Quando pensiamo agli sciamani diventiamo curiosi, vogliamo sapere che cosa fanno, quali rituali praticano, gli oggetti che usano, come si vestono, dove vivono, quale apprendistato hanno ricevuto, quali sono le loro guide spirituali... e così via. Vorremmo essere tutti dei piccoli antropologi o etnografi, per poter poi riferirei tutto questo, riguardo ciò che abbiamo sperimentato o più probabilmente assistito.

 

Così rimaniamo nello studio dello Sciamanesimo, siamo bloccati nelle forme piuttosto che nei contenuti della pratica sciamanica.

Lo Sciamanismo in realtà è tutto al di fuori di questo, dobbiamo comprendere che le pratiche sciamaniche così come vengono mostrate, sono all'interno di una certa forma culturale, all'interno a delle tradizioni, perciò possono assumere un certo aspetto esteriore che a noi occidentali piace, che assume un colore folcloristico, inteso come una manifestazione caratteristica di un sistema di credenze, di cultura e tecniche contenute in un certo gruppo o comunità. Rimaniamo concentrati nell’estetica, nell’originalità della ritualità affascinante di una cultura a noi nuova, esotica.

Ancora una volta rimaniamo fermi, come se fossimo un osservatorio, una cinepresa che riprende certe manifestazioni della realtà.

Lo sciamano è in grado di aiutare la sua comunità in virtù di quello che è veramente, piuttosto che per le azioni che esegue. La forma, il gesto rituale, lo possiamo trovare come elemento essenziale tra i sacerdoti delle religioni, che necessariamente sono più orientate al gesto, all'aspetto visivo ed esteriore per manifestare il loro contatto con i poteri soprannaturali.

Lo sciamano parte invece da una condizione di assoluto vuoto alle sue spalle, nel senso che l'unico modo per essere riconosciuto nella sua comunità come tale è l'efficacia dei sui interventi.

Che cos'è che rende la pratica Sciamanica efficace o pure no?

L'efficacia dipende dallo sciamano e da colui o coloro che ricevono e che sono coinvolti direttamente nella pratica. Lo sciamano è in grado, con il suo "potere personale" di modificare, guarire, risolvere una situazione o un problema solo perché ha creato una relazione di fiducia, di credibilità e riconoscimento nella sua comunità o più genericamente, con le persone che sono coinvolte nella sua pratica.

Da questo, comprendiamo meglio che lo Sciamanesimo va ben oltre la semplice metodologia utilizzata dagli sciamani. La pratica richiede una profonda trasformazione nell'essere dello sciamano: un profondo, intenso, fiducioso, e sempre presente collegamento con il mondo invisibile, con i propri alleati e con i loro poteri.

Questo è lo Sciamanesimo in origine: in fondo è un particolare stato che l'uomo può raggiungere attraverso una costante consapevolezza, che crea un campo di guarigione, conoscenza e compassione intorno.

Per comprendere al meglio lo Sciamanesimo, utilizzando alcuni esempi tratti da elementi religiosi, può essere utile considerare la pratica originaria del Buddha, prima che questo diventasse un vero e proprio sistema di credenze, o religione.

Il Buddha ha meditato seduto sotto un albero per settimane, mantenendo semplicemente uno stato di concentrazione e di focus, fino a quando ha sentito un profondo cambiamento interiore, che lui lo ha chiamato illuminazione o nirvana. Intorno non c'era nulla, solo il vuoto, nient'altro che il nulla. Il Buddha è andato oltre le forme, oltre le cerimonie, oltre ogni rituale, ha semplicemente aspettato di sentire un profondo cambiamento dentro di sè, con compassione, con passione e amore per tutta la vita, o liberazione dal dolore, secondo quanto viene riportato dalla tradizione.

Questa è anche l'essenza dello Sciamanesimo, per praticarlo con efficacia lo sciamano deve sentirsi in un profondo stato di fiducia, compassione e amore dentro di sè. Nei termini del buddismo, deve sentirsi "illuminato" per potere praticare con coscienza.

Le varie iniziazioni che durante l'apprendistato sono sottoposti gli sciamani hanno lo scopo di cambiare, modificare lo stato interiore, quello più profondo dell'aspirante sciamano.

Solo quando il suo stato interiore è in grado di influenzare un campo esterno, lo sciamano è in grado di agire con efficacia. A quel punto le tecniche diventano strumento, un mezzo per portare guarigione, armonia nell'ambiente esterno, ma sono tali solo perché vengono utilizzati da una persona, un essere che è stato in grado di cambiare s'è stesso, nella sua forma interiore, ha cambiato irreversibilmente i suoi modelli di pensiero, gli schemi precostituiti di azione e reazione, le sue emozioni.

Tutto questo, in linea teorica, non ha niente a che fare con lo strato culturale in cui opera, è indipendente dall'ambiente in cui opera.

Naturalmente se una persona o un gruppo di persone vivono in contatto e in armonia con la natura, vivono in un ambiente in cui c'è il rispetto dei talenti, dell'individualità e c'è un generale apprezzamento per la vita, il cambiamento del proprio stato interiore diventa più possibile, più diffuso tra la popolazione.

In alcune culture sciamaniche c'è invece un aspetto del cambiamento interiore che viene deviato nel puro Potere Personale, senza il richiamo alla compassione, e all'armonia globale delle cose e con la natura. Ciò è frequente negli ambienti dove le lotte tribali sono esasperate. Qui lo sciamano ha comunque cambiato il suo stato interiore, attraverso uno specifico addestramento, attraverso iniziazioni e pratiche con altri, ma l'orientamento è quello di aumentare il proprio potere personale o il potere della propria comunità. Forse per questo lo Sciamanesimo in alcune zone sta scomparendo, soppiantato da altrettanti sistemi culturali pieni di competizione e limitata visione della vita globale.

Con queste considerazioni possiamo invece anche affermare che le pratiche sciamaniche efficaci possono essere svolte da chiunque abbia fatto un reale percorso di trasformazione interiore, di illuminazione e di pulizia interiore. Non è più una pratica esclusiva di popoli esotici, può appartenere a tutti, indipendentemente dalle radici culturali di provenienza.